Gio Loves India

Arpora

Aprile 2017 : nel parcheggio antistante il mercatino Mackies saturday nite Bazaar ,da non confondere con il Saturday night Bazaar che si svolge a pochi chilometri di distanza , vedo questo curioso camioncino che vende gelati . Che dire? Un tripudio di colori , disegni che promettono i migliori kulfi , ghirlande di fiori freschi sicuramente sistemati di fronte a qualche divinità, gli immancabili peperoncini scaccia sfiga e che faccio ? Ovviamente lo fotografo . Evviva la fantasia di chi ha trasformato e riciclato un mezzo quasi sicuramente destinato ad arricchire il cimitero delle auto.

Fat fish

Questo spazioso ristorante si trova sulla trafficata strada che da Arpora porta a Calangute (Calangute – Arpora road). Sicuramente la location non è tra le migliori : non vedi il mare e il tuo pranzo o cena sono disturbati da clacson , moto, auto che sfrecciano a velocità pazzesche. Ma il cibo servito ti fa dimenticare il rumore : i mussels fry erano deliziosi, così come il King fish stufato , adatto anche ai palati occidentali. Tutto quello che abbiamo assaggiato del vasto menù era eccellente . Insomma da provare !

Pork vindaloo

Questo piatto tipico della cucina di Goa , una volta colonia portoghese, fu introdotto proprio dai Portoghesi , nella cui lingua voleva significare maiale marinato nell ‘ aceto e nell ‘ aglio . La ricetta venne poi adattata ai gusti ed ai prodotti indiani , con l ‘aggiunta di varie spezie, soprattutto Kashmiri chili , peperoncini rossi essiccati ,che rendono il piatto particolarmente piccante. A seconda delle religioni seguite, il maiale può venire sostituito da altre carni, tipo pollo o agnello . Poiché in lingua hindi aloo significa patata, mentre in portoghese significa aglio, ecco che dalla confusione del significato della parola, nasce la variante con questo tubero versatile e perfetto con le carni in umido. Dalla carne al pesce il passo è breve : red snapper, kingfisch o altro pesce vengono utilizzati per un altra variante , il fisch vindaloo , servito o con il pane chapati o con il riso bianco o aromatizzato. Semplicemente divino !! Se vogliamo riprodurre questo piatto, bisogna reperire chili, curcuma, cumino, cardamomo e chiodi di garofano. Uniteli in un mortaio in dosi a voi più congeniali insieme all ‘aceto di vino bianco e , una volta ottenuta una specie di pasta , massaggiate con le mani la carne o il pesce e lasciate marinare il tutto in frigorifero. Più lasciate la carne in frigo, più si impregnerà del mix di spezie. Prendete una larga padella e nell’olio fate dorare cipolle , aglio e zenzero fresco. Unite poi la carne e caramellizzatela per circa 5 minuti, quindi unite l ‘acqua e lasciate cuocere una quarantina di minuti con il coperchio. Dopo di che unite una tazza di aceto e peperoncini verdi freschi e lasciate cuocere senza il coperchio fino a quando i peperoncini si saranno ammorbiditi. Volutamente non vi do le dosi dei vari ingredienti: create il piatto secondo il vostro palato !! Io personalmente abbondo in peperoncini rossi , perché sono loro la vera anima di questo piatto, che è diventato il simbolo di Goa.

Sulla strada per Badami.

Siamo nel febbraio 2011. Durante il trasferimento da Hampi a Badami , splendide città nello stato del Karnataka, ci fermiamo per una sosta ristoratrice. Credo che la foto parli da se’ : sembra emanare gioia , stupore, curiosità. L’ape Piaggio trasformata in autobus è la prova tangibile di quella che per me è un ‘arte unica , quella di arrangiarsi, che solo gli Indiani possiedono.

Oggi parliamo di pane

Elemento indispensabile e sempre presente sulla tavola degli indiani la cui cucina abbonda di salse, yogurt, chutney e condimenti vari. Roti in sanscrito vuol dire pane, solitamente è fatto con farina integrale e può avere differenti metodi di cottura: sulla Tava che è una sorta di piastra, fritto in tegame o cotto nel forno tandoor. Facciamo una prima distinzione tra roti non lievitati e roti lievitati. ROTI NON LIEVITATI – Chapati: viene servito con la zuppa di dal o di verdure ed usato al     posto  del cucchiaio. Notoriamente gli indiani utilizzano le mani per mangiare e questo tipo di pane è perfetto per raccogliere e alla fine   fare anche la  scarpetta. – Paratha: è come il chapati ma con aggiunta di olio o ghee ( burro  chiarificato). Può essere anche ripieno per esempio di patate,  diventando un gustosissimo aloo paratha. – Puri: l’impasto in questo caso viene fritto. ROTI LIEVITATI – Naan: solitamente cotto nel forno tandoor, può diventare più soffice e voluminoso con l’aggiunta dello yogurt. Viene servito spalmato con il burro. – Kulcha: l’ impasto è a base di farina maida, cioè farina a grana sottile. Una menzione a parte meritano tre tipi di pane speciali, i dosa, gli idli e i papadum. – Dosa: grande cialda croccante di farina di riso e lenticchie cotta in una  padella molto larga e servita arrotolata con ripieno di carne, pesce o  verdure. La più famosa è quella con ripieno di patate e mix di spezie chiamata Masala Dosa. Una vera delizia! – Idli: è la versione dei dosa cotti a vapore e si presentano come piccoli panini . – Papadum: versione dei dosa fritti in olio di cocco con aggiunta di spezie. Si presentano di colore giallo intenso e spesso vengono serviti come stuzzichino di benvenuto in molti ristoranti. Io li adoro!

Sulla strada per Pune

Questa foto risale all’aprile del 2012. Stavamo percorrendo in macchina la strada che da Goa porta a Pune. Anche se la distanza è circa 500 chilometri, in India la percorrenza è sempre più del doppio rispetto a tutte le altre strade del mondo. Vuoi perché non c’è una rete autostradale valida, vuoi perché mucche, elefanti, cani camminano impuniti, vuoi per la poca disciplina dei guidatori indiani , vuoi per i rallentamenti dovuti agli onnipresenti mercati insomma non si arrivava mai. In una delle tante soste per scaricare lo stress e bere qualcosa, vedo questa donna che con la calma serafica tipica di questa gente aspetta l’autobus. E io la fotografo. Direte mai : cosa avrà mai Pune da valere un viaggio ? Niente tranne diversi templi di Ganesha che per bellezza scompaiono di fronte ad altri, ma ha una risorsa economica unica per i suoi abitanti. Quasi tutti sono sarti ed il restante vende abiti o tessuti. Senza fare pubblicità, dico soltanto che i più grandi stilisti italiani e le loro creazioni provengono da lì per fare poi bella mostra in via Montenapoleone o in via Condotti. Il matrimonio di mio figlio Paolo e la necessità di un abito nuovo sono stati l’occasione per questo weekend faticoso ma fruttuoso. In un giorno questi straordinari artisti del cucito hanno confezionato un abito maschile griffato e perfetto senza neanche una prova , mentre io ho ripiegato acquistando due panjabi uno rosso ed uno verde, ben sapendo che non li avrei indossati in una cerimonia non di stampo indiano. Voglio precisare che siamo stati guidati nella scelta del giusto posto dove acquistare da due persone indiane speciali, conosciute a Goa e che sono diventate i nostri angeli custodi. Senza di loro non sapremmo come fare!!!

Il treno per il Darjeeling

Non è un film recente, è del 2007 ma io all’ epoca non lo avevo visto . Mi ci sono imbattuta per caso nel mio Sky e non mi sono pentita di aver “ perso “ una ora e mezza. Tre fratelli che non si vedono da un anno dopo la morte del padre, si ritrovano su un treno speciale per tentare di ricucire e riunire la famiglia. È Francis, il più vecchio dei tre, che dopo un grave incidente da cui si è ripreso miracolosamente, decide di intraprendere questo viaggio e spera in una sorta di rinascita spirituale che li leghi come prima. Ma non tutte le ciambelle riescono con il buco : le cose non vanno come Francis avrebbe voluto. Anche se non tutte le scene sono state girate nella zona del Darjeeling, comprese quelle himalayane, l’ India colorata e pittoresca del Rajastan regala una scenografia spettacolare. Da vedere , se vi capita.

Mumbai

Questa foto è stata scattata nel 2005 in un posto particolarissimo chiamato Banganga Tank situato nella zona di Malabar Hill. Tank vuol dire serbatoio ed originariamente fu una donazione per il tempio di Walkeshwar. Oggi è una vasca rettangolare circondata sui quattro lati da gradini , da templi e da abitazioni . Si tratta quindi , per dirla a parole mie, di una specie di residence con tanto di entrata dove convivono luoghi di culto e persone comuni. Questa foto ne è la dimostrazione.

Zanzibar

L’apparenza inganna!!! Non ci troviamo a Goa, anche se la spiaggia e le tre donne ritratte potrebbero farlo pensare. Siamo a Zanzibar, la spiaggia è quella di Kiwengwa, sulla costa orientale dell’isola, a mio parere la più bella. Lo scatto risale al 2005. Mi auguro che tutto sia rimasto come allora: la sabbia bianchissima, il mare popolato da stelle marine blu, rosse, arancioni, gialle, la popolazione fantastica, accogliente e gioviale.

Anjuna Flea Market

Sono molto affezionata a questa foto scattata nel 2005 a Goa, precisamente ad Anjuna ,un mercoledì sicuramente, perché è il giorno del famoso mercato delle pulci. Era un mercato poco affollato, con meno bancarelle rispetto a quello che si tiene adesso, ma forse più vero , più genuino e non imbastito per folle di turisti cattura souvenir. Con il tempo, infatti, le bancarelle si sono moltiplicate e propongono più o meno gli stessi prodotti , facendosi concorrenza solo per il prezzo. Ovviamente parliamo di qualche rupia, che tradotta nella nostra moneta equivarrebbe a meno di un euro. Anche la gioielleria tibetana è riproposta in serie, ma è ugualmente bella, almeno a mio gusto: sicuramente si possono portare a casa anelli, orecchini, bracciali, pendenti originali nella fattura e nei soggetti. Non che non si possano trovare anche in Italia nei negozi etnici ! Ma comprarli li ha tutto un altro sapore !!!! Una cosa è rimasta immutata. La spiaggia di Anjuna con le sue palme , le sue mucche , i suoi cani ,la sua bellezza intrigante, nostalgica , rilassante e perché no ammaliante. giolovesindia