Daal
Daal è una specialità indiana a base di legumi, soprattutto di lenticchie. Tra le tante varietà, sono quelle rosse decorticate a rendere il piatto più cremoso , più gustoso oltre a quello visivamente più colorato. Il colore giallo intenso è conferito dalla curcuma che insieme a zenzero e curry vengono messe a bollire insieme alle lenticchie . Quando queste cominceranno a sfaldarsi , vuol dire che sono giunte ad una cottura perfetta. A questo punto , in una padella larga fate sciogliere il ghee, cioè il burro chiarificato, e buttateci dentro a vostro piacimento zenzero fresco , semi di senape ,cumino, peperoncini e foglie di curry e tenete il tutto sul fuoco fino a quando non sentite uno sfrigolio. Le spezie non devono cuocere ma solo sprigionare il profumo e l’ aroma. Versate le lenticchie bollite nel tegame con le spezie : il Daal è pronto per essere servito più denso come contorno o più diluito come zuppa . Il tutto accompagnato da riso o da naan , immancabili sulla tavola , e guarnito da foglie di coriandolo fresco. Non esiste comunque una unica ricetta per questo delizioso piatto : assumerà un gusto unico a secondo del mix di spezie che utilizzerete.
Raita
Lo yogurt la fa da padrone in questa semplicissima ricetta : basta aggiungere cetrioli spezzettati e coriandolo fresco e il gioco è fatto. Servita in ciotoline la raita accompagna qualsiasi piatto donando al palato freschezza soprattutto se le pietanze sono speziate e piccanti. Al posto del coriandolo si può usare menta o cumino ed al posto del cetriolo cavolo o pomodori o altra verdura a secondo dei gusti. Ma alla base di tutto ci deve essere uno yogurt denso, cremoso, tipo quello greco.
Volo PAN AM 73
In Italia è stato trasmesso qualche giorno fa dalla rete Cielo questo film girato nel 2016 che si ispira ad una storia vera , il dirottamento avvenuto nel settembre del 1986 da parte di 5 terroristi di un aereo , un Boeing 747, della compagnia americana PAN AM. Partito dall ‘aeroporto internazionale di Mumbai, l’aereo dopo uno scalo a Karachi , in Pakistan, ed uno successivo a Francoforte, doveva raggiungere New York. Atterrato però all’aeroporto pakistano , gli uomini facente parte del gruppo Abu Nidal riescono ad introdursi sull ‘ aereo , tenendo in ostaggio i circa 380 passeggeri. Ed ecco che entra in gioco la figura della giovane capo- cabina, Neerja Bhanot . Con un coraggio esemplare tiene testa ai terroristi e, dopo l’uccisione di venti persone riesce ad evacuare l ‘aereo , mettendo in salvo tutti i passeggeri tranne se’ stessa. La storia della vita della hostess rivive in vari flashback: la ragazza sposata giovanissima come vuole l’ usanza indiana, ma con il sogno di fare la modella , infrange le regole, si allontana dal marito ed insegue i suoi ideali. La pellicola diretta in stile Bollywood dal regista Ram Madhvani molto conosciuto in India , non è mai passata nelle sale nostre sale cinematografiche. Pertanto si tratta di una prima assoluta che vale la pena di vedere.
Lassi
La bevanda nazionale indiana è sicuramente il lassi. Composto semplicemente di yogurt , cardamomo o altre spezie ,centrifugato insieme al ghiaccio, viene bevuto in questa versione durante i pasti. Lo yogurt , infatti, mitiga ed ammorbidisce il sapore speziato e piccante dei piatti oltre che ad avere una funzione digestiva. Nella versione dolce diventa una bevanda da gustare a tutte le ore . Oltre all ‘aggiunta dello zucchero , il lassi può essere reso ancora più dolce e più calorico con l’ aggiunta della frutta. Il più famoso è il lassi di mango , frutto meraviglioso, prodotto in oltre 500 varietà proprio in India.
Pani Puri
Famossimo cibo da strada , il termine Pani Puri letteralmente significa acqua nel pane.Il guscio di questo spuntino di forma rotonda si ottiene impastando semplicemente farina di semola , acqua e un po’ di olio per parecchi minuti fino a quando si raggiunge una consistenza elastica . Una volta stesa la pasta , si ricavano dei dischi che immersi nell’olio bollente si gonfieranno fino a diventare perfettamente sferici. Nel frattempo si prepara il pani , unendo all’acqua varie spezie, assafetida, cumino , zenzero in polvere , sale e pepe. Questa acqua piccante verrà introdotta dalla sommità, quasi fosse un bignè, al momento di servire il pani puri. Questo snack, conosciuto in alcune zone con il nome di golgappa , può essere arricchito da patate stufate e polpa di tamarindo. La foto da me scattata al confine dell’ India con il Pakistan mostra i puri accatastati in un contenitore come ne ho visti tanti in India , soprattutto nelle zone dove sembra che il tempo si sia fermato.
Pakora
Se è difficile trovare nel menù dei ristoranti i samosa, diffusissimo street food in tutta l’India, sono invece quasi sempre presenti i Vegetable Pakora . Cipolle ad anelli , cavolfiore a pezzetti, patate a tocchetti, peperoncini verdi interi , spinaci o altro tipo di verdura vengono avvolti singolarmente in una morbida pastella di farina di ceci speziata ad arte e poi fritti in olio bollente . Nel sud dell’India , il metodo di preparazione dei Pakora è diverso. Cipolle , peperoncini, patate , zucchine vengono tritati finemente e mescolati insieme, immersi poi nella pastella di farina di ceci speziata e infine fritti in abbondante olio. Entrambi i tipi di Pakora sono deliziosi, uno tira l’altro, come le ciliegie e non si finirebbe mai di mangiarli, anche se si è consapevoli che sono più un attentato all’intestino di noi europei che una squisitezza per il palato. Personalmente preferisco i Pakora del sud e senza dubbio suggerisco se vi trovate a Fort Cochin nel Kerala , di assaggiarli al ristorante Seagull , mitico posto sulla strada che porta all ‘imbarco per le isole . La terrazza sul mare anche se poco illuminata è la giusta coreografia per una cena con i fiocchi !!!!
Feni
Lo stato del Goa è conosciuto soprattutto per le sue splendide spiagge , ma non tutti sanno che è il produttore principe di una bevanda fortemente alcolica, il Feni. Solitamente viene distillato dagli anacardi ( Cashew o Kaju Feni ) ,ma ne esiste un’ altra varietà ottenuta dalla noce di cocco e in questo caso è chiamato comunemente Toddy. Entrambi hanno un tasso alcolico superiore al 40% , non prevedendo la ricetta l‘aggiunta di acqua. I Goani sono fieri di questo prodotto e sostengono che è un rimedio naturale contro tosse e malattie respiratorie. Io da profana e da assaggiatrice posso dire che pur esagerando nell’assunzione non lascia i postumi di una sbornia ; si può paragonare alle nostre grappe ma ha un sapore tutto suo, pungente , fruttato , unico.
Kulfi
In India chi dice gelato dice Kulfi. A differenza dei nostri gelati , però ,il Kulfi non viene rimescolato con le fruste, risultando più denso , e l’ uso del latte condensato già di per se ‘ dolce e l’aggiunta di altro zucchero lo rendono un “ dessert “ ipercalorico. L’inconfondibile sapore speziato viene dato dall’ aggiunta di cardamomo o di zafferano ( come in quello al pistacchio ), mentre il tocco finale viene dato da mandorle, noci o altra frutta secca tritata. Ricordo che nel mio primo viaggio a Bombay ( parliamo degli anni 2000 ) il Kulfi esisteva solo al pistacchio ed il migliore veniva venduto in un bugigattolo di Marina drive di fronte alla famosa spiaggia di Chowpatty . Come si vede dalla foto, adesso esistono vari tipi di Kulfi , dal mango alla fragola al cocco. Se messo nel freezer , il gelato indiano impiega moltissimo a sciogliersi e questo è un bene perché altrimenti le alte temperature ridurrebbero questa delizia in una poltiglia. Se invece si vuole fare diventare il Kulfi un dolce al cucchiaio, basta sistemarlo in freezer per 10-15 minuti. Servito in coppette, o a fette cosparso di frutta secca diventa un dessert raffinato servito nei ristoranti, servito su uno stecco diventa come il nostro cono gelato, distribuito sulle spiagge e conservato in rudimentali frigo o in caratteristici carretti .
Dussehra
Venti giorni prima dell’inizio del festival delle luci , meglio conosciuto come Diwali, gli Indiani induisti celebrano la vittoria del bene sul male. Ma a seconda delle regioni questa festa cambia nome : nelle zone del sud , orientali e nord-orientali prende il nome di Vijayadashami e ricorda la vittoria della dea Durga sul demone bufalo Mahishasura; nelle zone del nord ed occidentali prende il nome di Dussehra e ricorda la vittoria del Dio Rama su Ravana. Il comune denominatore è la sconfitta del male e il trionfo del bene : culmina al sud e ad est con l’ immersione delle statue di argilla di Durga , Lakshmi, Saraswati e Ganesha nei fiumi o nel mare ,mentre al nord e ad ovest le immagini di Ravana vengono bruciate con fuochi d’artificio.
Dhanteras
Chi dice India di solito associa questo nome ai profumi ed ai colori. Ma l’ India è anche terra di fiere e festival, quasi potrei azzardare a dire che festival è sinonimo di religione. Quale miglior metodo di manifestazione di devozione di massa se non con un festival? Ma essendo gli Dei del pantheon induista tantissimi, ogni mese si allestisce una fiera o un festival. Oggi 5 novembre 2018 si celebra Dhanteras ed è l’inizio dei cinque giorni del Diwali , meglio conosciuto come festa delle luci. Dietro ogni festival c’è sempre più di una leggenda: in questo caso la più popolare è quella del figlio del re Hima , a cui era stata predetta la morte il quarto giorno di matrimonio. La moglie disperata e molto intelligente tentò di salvarlo ed ammucchiò gioielli e luci davanti casa. Il Dio della morte Yama ne rimase accecato e si allontanò senza compiere la sua missione. Dhanteras è sinonimo di ricchezza e prosperità: pertanto è considerato di buon auspicio comprare e regalare oro, argento e preziosi .