Overland India episodio 8

Episodio 8: Il Sacro Gange .
La carovana di Overland lascia la zona Himalayana per dirigersi verso Agra nell ‘Uttar Pradesh . Visitare uno dei monumenti più fotografati dell ‘ India è il primo obiettivo . Questa costruzione Moghul , il Taj Mahal , in origine di un bianco abbagliante , ha alle spalle una storia molto triste , frutto di un amore struggente . Bisogna entrare e non pensare al perché e’ stato costruito per godere appieno la visita di questo edificio , entrato a far parte di una delle sette meraviglie del mondo . Da Agra a Kajuraho , che conserva quasi intatti i suoi templi , e da Kajuraho a Varanasi. Questa è l ‘ ultima tappa di questo straordinario viaggio , che si è prefissato di mostrare agli italiani la vita reale , la quotidianità del popolo indiano , inoltrandosi al di fuori dei circuiti turistici . Varanasi sorge lungo le rive del fiume Gange , il fiume sacro , detto madre Ganga , che tutti gli induisti dovrebbero visitare almeno una volta nella vita . Si dice anche che gli indù vadano a Varanasi a morire … non lo so . I ghat ed i templi lungo il fiume sono uno spettacolo unico , ma se si vuole godere appieno la realtà di questa città, bisogna alzarsi molto presto ed arrivare ai ghat prima del sorgere del sole o dopo il tramonto, quando milioni di fiammelle solcano le acque sacre . Sicuramente quello che più ha scosso la troupe , ma ha scosso anche me , e’ stato l ‘ allestimento delle pire funerarie . Chi non può permettersi di acquistare la legna per la pira , viene lasciato su una barella in balia delle correnti del Gange .La purificazione avviene comunque perché questo è lo scopo . Varanasi o Benares è anche il posto dove vengono prodotti i tessuti per i più pregiati sari di tutta l ‘ India . Il contrasto è quanto mai evidente : la morte e la vita , la più triste e la più scintillante. Ma l ‘ India è la terra dei contrasti , cosa che la rende unica . La troupe si dirige verso Calcutta o Kolcata , dove i mezzi verranno imbarcati per lasciare questo paese multietnico , multilingue, multi religioso , ma soprattutto multicolore . Ho foto solo di Calcutta , che ho visitato nel 2005 , ma del mio primo viaggio che ha toccato il Rajasthan , Agra , Kajuraho e Varanasi ho degli aneddoti che ricordo ancora dopo 25 anni . Bene , in uno dei trasferimenti in aereo con scalo intermedio , un addetto alla sicurezza e’ salito a bordo per contare i bagagli a mano di quelli che proseguivano il viaggio verso la meta successiva . Ebbene non gli tornavano i conti . C era un bagaglio in più ….di chi poteva essere se non di uno di noi ? Era un sitar …Ma fin qui niente di strano . Peccato che uno della nostra comitiva di 6 persone , ha cominciato a gridare < This is mine , this is mine > , rischiando l ‘ arresto. Che dire !!!Situazione surreale…. In India bisogna mettere in conto sempre l ‘ imprevisto e prendere tutto con filosofia. Ricordo un aeroporto piccolo , molto piccolo con l ‘ orario dei voli scritti su una lavagna con il gessetto . Ad un certo punto scompare l ‘ orario del nostro volo e sostituito da Cancelled . Ciò significava che perdevamo tutte le coincidenze, pure quella per l ‘ Italia .Ma non bisogna mai “ impanicarsi “. Gli indiani o prima o dopo trovano la soluzione , che sicuramente non è quella che ti aspetti. Ad un certo punta si materializza un pulmino con autista che guiderà per tutta la notte senza mai fermarsi, non concedendoci neanche una sosta ….Beh , non abbiamo perso nessuna coincidenza.
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