I cani dell’India.

Sono milioni, quasi come la popolazione. Quasi tutti hanno il proprietario, ma sono abituati ad andare in giro da soli. Per spirito di sopravvivenza hanno imparato a  scansare le macchine, imperturbabili attraversano gli incroci e a fine giornata tornano a casa.

Quelli di Mumbai sono speciali. Basta andare alla Victoria Station e vederli prendere con naturalezza il treno. Per fare cosa? Per scendere alla stazione successiva, rovistare tra i rifiuti e riprendere poi il treno per tornare indietro. Incredibile India! Incredibili cani!

Quelli di Goa hanno a disposizione il mare e la spiaggia. Con la massima naturalezza fanno il bagno, prendono il sole e magari giocano anche a palla.

La maggior parte ha  il collare e ciò significa che non sono abbandonati, ma abituati ad essere lasciati liberi, a vivere la loro giornata in completa libertà , sicuri nel contempo di avere un tetto ed un pasto assicurato.

Nelle ore più calde li vedi sdraiati ai bordi delle strade all’ombra di alberi di manghi, di papaie, di palme in attesa che la temperatura scenda di qualche grado e consenta loro di riprendere a girovagare.

Quasi tutti sono  marroni, o bianchi e neri, con la pancia a pois, come i jack russel, di taglia media, frutto di incroci non selezionati, ma intelligentissimi, affettuosi anche con gli estranei e non aggressivi.

Circa due anni fa ad Anjuna ho soggiornato in una Guest-house di fronte al mare. Abbiamo conosciuto Sonia, marrone chiaro con un accenno di valgismo anteriore, che passava la sua giornata incastrata tra la reception ed il muro di cinta. Ovviamente io e mio marito la abbiamo adottata e prima di partire le abbiamo fatto scorta di crocchine.

Quest’ anno siamo ritornati a Goa. Anche se abbiamo cambiato albergo , il nostro primo pensiero è stato quello di andare a vedere se c’era ancora Sonia. Mio marito ha fischiato e lei è apparsa! Ci ha riconosciuto !

Avrei voluto portarla via con me, ma le attuali regole delle compagnie aeree non consentono il trasporto dei cani se non in stiva. Ma poi mi sono detta “Sonia è abituata al sole, al caldo, al mare, sarebbe forse una cattiveria allontanarla da quel posto”. So per certo che i ragazzi del ristorante Moon Star la nutrono e le vogliono bene .

E’ bastato un pugno di crocchine a far sì che Sonia non ci abbia dimenticato!

Questa sì che è riconoscenza. C’è da imparare.

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