Varkala
Questa foto è stata scattata a Varkala, nel Kerala, quando ancora Varkala era selvaggia. Una lunga stradina non asfaltata correva sulle rocce che sovrastano la spiaggia ed il mare. Piccole capanne di paglia accoglievano pochi venditori di parei , scarpe e borse, mentre la maggior parte si riparava dal sole con fatiscenti ombrelloni. Ovviamente qui in India solo i ricchi possono permettersi gli asili-nido o le tate. Pertanto i bambini erano onnipresenti , anzi forse erano le loro faccine imploranti che ti attiravano e ti facevano fermare . Vedo la bimba ……e le borse !!!! Colorate , fantasiose, con soggetti che variavano dal sacro al profano , in cotone stampato vengono usate dai locali come borse della spesa. Ovviamente ne compero un bel pò, pensando di regalarle alle mie amiche, che potrebbero utilizzarle in mille maniere. Io le adopero per portare in spiaggia asciugamani, creme solari e qualsiasi cosa possa servire per una giornata al mare. Queste leggerissime borse si trovavano fino all’ anno scorso anche al Flea Market di Anjuna. Ma si sa la moda cambia così come le esigenze di mercato……. Con il passare degli anni, anche Varkala ha subito una metamorfosi: da posto tranquillo è diventata un posto commerciale, con negozi in cemento, ristoranti, caffè e gioiellerie. Rimane comunque nel mio cuore.
Butter chicken
Il butter chicken , letteralmente pollo al burro , è una prelibatezza diffusa in tutta l ‘ India con origini nel Punjab. Non aspettatevi di vedere nel piatto un pollo anemico pensando che sia solo cotto nel burro, ma dalla foto avrete già capito che il burro è solo un componente . Come al solito vi sono varie versioni di questa ricetta . Sbrigativamente, o soprattutto se c’ è un avanzo di pollo tandoor, si aggiunge la salsa. Personalmente, se devo prepararlo io, preferisco partire dal pollo crudo. In una padella fate sciogliere il ghee, cioè il burro chiarificato, e mettete le spezie, zenzero, aglio, cipolla, cumino ,peperoncino e Garam Masala ridotte in una specie di pasta usando o il frullatore o il mortaio . Fare sprigionare l ‘aroma ed unite la passata di pomodoro, cuocendo il tutto per qualche minuto. A queso punto , unite lo yogurt o la panna per dare cremosita’. Nel frattempo in una altra padella fate rosolare il pollo nel ghee ed unitelo poi alla salsa . Una altra variante prevede la marinatura del pollo nelle spezie e nel succo di limone per almeno mezz’ora ed una altra ancora la cottura direttamente nel ghee e nelle spezie prima dell’ introduzione della passata . Va bene tutto : l’importante è decorare il piatto con una scia di ghee e l ‘ immancabile coriandolo. Se volete assaggiare questa delizia e non lo trovate nel menù di qualche ristorante, non preoccupatevi. Provate a cercare il ‘ Murgh Mahkani ‘ e ordinatelo : è la stessa cosa , ma in lingua indi.
Eggs masala
Ricetta velocissima, gustosissima ma anche una insidia per chi ha problemi gastrici o intestinali. Per prima cosa bisogna rassodare le uova , sgusciarle , fare qualche incisione necessaria perché il masala possa penetrare all ‘interno ed insaporire il rosso e poi metterle da parte. In una padella scaldare l ‘ olio , aggiungere semi di cumino, cardamomo, cipolle . Quando le cipolle saranno dorate, aggiungere pomodori, pasta di aglio, zenzero, peperoncino in polvere, curcuma, sale e pepe macinato. Aggiungete le uova ed il gioco è fatto. La nota di colore può essere data da foglie di coriandolo fresco o foglie di menta per dare freschezza aggiunte all ‘ultimo come guarnizione. Come al solito ci sono mille varianti . C ‘è chi aggiunge la cannella , ma secondo me il piatto diventa dolciastro, c’è chi mitiga il sapore con latte di cocco o chi vuole infiammare il palato aggiungendo Garam Masala e peperoncini freschi.
Goa
Goa è il più piccolo stato dell’India, posizionato a circa 500 Km a sud di Mumbai, raggiungibile in poco meno di un’ora di aereo, confinante oltre che con il Maharashtra anche con il Karnataka ed è bagnato dal Mare Arabico. Antica colonia portoghese, Goa ha un unico mix di cultura ed architettura Indiana e Portoghese e , con i suoi oltre 100 Km di spiagge bianchissime, attira ogni anno milioni di turisti, grazie anche ad un clima favorevole da ottobre a maggio. Lo stato è diviso in due distretti, Nord e Sud Goa. La capitale Panaji, piacevole città attraversata dal fiume Mandovi, con le sue numerose case portoghesi e le chiese immacolate, è un tipico esempio dell’influenza portoghese. Il lungofiume giunge fino a Miramar e Dona Paula, due delle spiagge maggiormente frequentate dagli abitanti di Panaji. I turisti preferiscono rilassarsi sulla spiaggia della più famosa Palolem a sud o fare le ore piccole sulle spiagge di Anjuna o Vagator , retaggio ancora dei mitici anni 60, dove droga e musica erano il life motive dei giovani dell’epoca. Oggi il turismo si sta spingendo sempre più a nord. Resort in legno cominciano ad invadere spiagge fino a poco tempo fa incontaminate come Aswem e Mandrem. I cocchi , che degradano fin sulle spiagge, coprono in parte queste nuove costruzioni, fatte comunque nel rispetto della natura. Solo Keri o Querim, da dove parte il traghetto che porta al di la del fiume Terekol, è priva di qualsiasi struttura turistica. Il piccolissimo villaggio di Terekol , sul cui promontorio si erge Fort Terekol, antico forte trasformato recentemente in un Heritage Hotel, è l’ultimo paese prima del confine con il Maharastra e si trova ad una manciata di chilometri da una delle spiagge più belle che io abbia mai visto e che non ha nulla da invidiare alle spiagge maldiviane o caraibiche. Sto parlando di Redi beach : trovandosi già nel territorio del Maharastra, è consigliabile portare con sé il passaporto, nella ipotesi di un controllo al confine. Consiglio di noleggiare una moto, che rende facile gli spostamenti. Varia è la cucina goana, cattolica ed indù, come la popolazione : il pesce comunque la fa da padrone.
Redi beach
Non siamo ai Caraibi e neanche a Zanzibar, anche se la spiaggia con la sabbia bianchissima ed un mare cristallino potrebbe farlo pensare. È Redi beach. Si trova a pochissimi chilometri da Terekol, ultimo villaggio costiero dello stato del Goa, ma è già Maharastra ed è facile un controllo al confine. È un angolo di paradiso per fortuna ancora poco conosciuto e non assaltato dai turisti . Non esistono venditori ambulanti, regna un silenzio assoluto quasi innaturale, nessuna traccia di posteggiatori abusivi o di affitta – ombrelloni. Insomma giusto posto per un totale relax, lontano dal caos cittadino , dai clacson , dalle auto, dagli scooter , dalle mucche . La conformazione della spiaggia ed una isola di sabbia rende possibile una balneazione tranquilla al riparo dalle onde tipiche dell ‘ Arabian sea ‘. Chi arriva fin la’, non deve dimenticare di dare una occhiata al Redi Fort ,al tempio di Ganesha ed a Fort Terekol, trasformato in un albergo a cinque stelle.
Aloo Gobi
Questo piatto indiano diffusissimo sia al nord che al sud prevede l ‘ uso di patate ( aloo ) e cavolfiore ( gobi ) unite alle immancabili spezie. In un tegame con l’olio fate scoppiettare i semi cumino , aggiungete zenzero , aglio e cipolla . Unite i pomodori non appena si sprigiona un profumo di leggera tostatura . Lasciate cuocere per qualche minuto e poi aggiungete coriandolo, peperoncini, curcuma, Garam Masala o quello che avete in casa .Qualsiasi variante va bene . In India è consentito mixare a piacimento, vista la quantità incredibile di spezie che vengono prodotte ed esportate. Ogni famiglia conia la propria ricetta , proprio come il masala. Il risultato quindi è un piatto unico , nessuno è uguale all ‘ altro. Solo le patate e il cavolfiore sono il comune denominatore. Tornando alla ricetta, una volta che i pomodori hanno assorbito il gusto delle spezie , unite le patate a tocchetti ed il cavolfiore. Aggiungete una tazza di acqua e cuocete fino a quando le verdure saranno morbide. È un contorno favoloso o può diventare un piatto vegano se servito con i roti o con il riso. Io lo adoro !!!!!
L’ uomo dì Calcutta
Romanzo di esordio per questo giovane scrittore indiano, Abir Mukherjee , che imbastisce ed intreccia una storia gialla con la vera storia politica dell’ India. Le indagini per l’assassinio di un alto funzionario britannico , ritrovato in un vicolo della vecchia Calcutta vicino ad un bordello, vengono affidate a Sam Whyndam, purosangue inglese che si trasferisce in India per ‘ ricominciare ‘. Tutto farebbe pensare ad un omicidio a sfondo politico e a parecchie persone farebbe molto comodo che lo fosse. Ma il capitano Sam è una persona corretta, un uomo perbene , vuole arrestare il vero colpevole e scagionare un attivista dell’ indipendenza dell ‘ India, accusato ingiustamente di questo delitto. Ma anche il Capitano alla fine deve piegarsi al compromesso….. Fa da sfondo a questo mix di storia reale e romanzata una Calcutta afosa , costruita in posizione strategica , ricca di palazzi che ostentano la grandezza inglese, ma che venera una dea ‘ cattiva ‘ , la dea Kali , quasi fosse un segno di ribellione ed una voglia di indipendenza.
Baingan bharta
Questo semplicissimo piatto ha origine nel Punjab, stato a nord- ovest dell ‘ India , popolato per la maggior parte da vegetariani. La ricetta utilizza le melanzane cotte al forno o arrostite , poi schiacciate senza la buccia ed unite ad un mix di spezie . In un tegame , fate sfrigolare pomodori, semi di cumino, Garam Masala, zenzero , aglio , cipolla, coriandolo fresco , peperoncini e quando nell’aria si sprigiona il tipico profumo che io chiamo “ odore dell ‘ India “ citando il libro del grande Pierpaolo Pasolini ,mescolate il tutto con il purè grossolano di melanzane. Non esiste come in quasi tutti i piatti indiani una sola ed unica ricetta o un dosaggio delle spezie .Ciascuno personalizza questa prelibatezza non solo a secondo della tradizione familiare, della fantasia , ma anche da quello che ha in casa. Qualcuno aggiunge la curcuma , qualcun altro i piselli o lo yogurt . Il risultato è comunque un delizioso antipasto o contorno da mangiare con i roti, con il riso o anche così, a cucchiaiate.
Chhath Puja
Festival indù, che si svolge il sesto giorno del mese di Kartika del calendario induista, quest’anno ( 2018 ) è stato celebrato dall ‘ 11 al 14 novembre. Viene svolto soprattutto nelle zone del nord dell ‘India e nel Nepal ed è una celebrazione del Sole e delle sue mogli , come ringraziamento per aver donato la vita terrena e per richiedere di esaudire i loro desideri. Sono solo le donne che si immergono ( puja ) nelle acque dei fiumi, osservando digiuni , astensione dal bere acqua potabile ed offrendo prasad .
Paneer
In India dire formaggio equivale a dire paneer. Per la sua versatilità, ha sostituito carne o pesce in tantissime ricette , diventando così il piatto dei tanti vegetariani che popolano il subcontinente indiano. Lo ritroviamo , infatti, fritto nei pakora, in umido nei masala, al forno tandoor avvolto da una pasta rossa piccante, a mo’ di bistecca alla griglia , a mo’ di spedino , ma anche “ nature “ . Non è particolarmente saporito ,è senza sale , potrebbe ricordare il primosale . È molto semplice da preparare anche in casa : mentre il latte bolle, versate del succo di limone fino a quando il siero comincerà a separarsi. Completata l’ operazione filtrare il tutto : la parte solida va pressata e messa in frigo, dove potrà rimanere commestibile per circa una settimana. Il paneer è pronto.